Ormai da diversi anni l’equipe di ricerca dell’Università di Cagliari porta avanti una serie di approcci analitici riguardanti il rapporto tra siti e monumenti preistorici e protostorici e l’ambiente geomorfologico circostante, con l’obiettivo di analizzare le modalità ubicative e gli aspetti visivopercettivi degli stessi, con il fine ultimo di acquisire nuovi elementi riguardanti la società e l’economia delle antiche popolazioni preistoriche della Sardegna. Si è deciso di applicare tali metodologie, ormai acquisite e esposte in pubblicazioni presso sedi nazionali e internazionali, nello studio dei rapporti tra di due principali tipi sepolcrali della Sardegna preistorica, ossia i dolmen e le domus de janas. Tra la fine del Neolitico e l’età del Rame, infatti, in Sardegna si sviluppano, contemporaneamente, i due tipi di sepoltura: tali due forme sepolcrali sono costruiti ed utilizzati dalle stesse popolazioni, in zone spesso coincidenti, con casi di associazioni ubicative e di forme di integrazione strutturale; non si capisce ancora, però, perché si utilizzassero entrambe le forme sepolcrali e perché si preferisse di volta in volta luno o laltro monumento. Per aver nuovi elementi di analisi sul problema, si è deciso di studiare, tramite strumenti GIS e analisi multivariate, il rapporto, a livello geomorfologico tra i due tipi monumentali, nelle regioni storiche del Marghine e della Planargia, già oggetto negli anni passati di importanti e approfondite catalogazioni e studi territoriali.