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Le Statue-Stele Della Sardegna Eneolitica. Un Capovolgimento Dell’iconografia Corrente Sulla Base Degli Esempi Europei

Giacomo Paglietti

Le statue menhir della Sardegna eneolitica fanno parte del fenomeno più ampio delle statue-stele che interessa gran parte dell’Europa tra l’età del Rame e le fasi iniziali dell’età del Bronzo (III-II millennio a.C.). Tali manufatti rappresentano in maniera schematica figure antropomorfe maschili e femminili, definite da dettagli anatomici e accessori. Nella maggior parte dei casi l’anatomia è segnata da elementi facciali e dagli arti superiori nell’atto di mantenere elementi mobili, questi ultimi riferibili a probabili segni distintivi o di potere. Da questa iconografia, condivisa nelle varie regioni europee, si discosta il modello sardo contraddistinto da quello che in letteratura è stato definito il “capovolto”, rappresentazione schematica antropomorfa dell’arte rupestre. Sulla base dell’analisi iconografica comparata con i modelli europei il “capovolto” delle statue menhir sarde non sarebbe da ricondurre ad una figura schematica umana ma piuttosto alla rappresentazione degli arti superiori nell’atto di reggere un elemento verticale. Tale nuova lettura definisce il fenomeno sardo delle statue stele in perfetta linea con quello continentale europeo.

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