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Dalle Tombe Ipogeiche Ad Accesso Verticale Agli Ingressi Monumentali Delle Tombe Santuario. Cambio Di Paradigma Nel Culto Dei Morti Della Sardegna Neolitica (V-Iv Millennio A.C.)

Giacomo Paglietti

A partire dal Neolitico Medio, nell’ambito della cultura di Bonu Ighinu (prima metà del V millennio a.C.), la Sardegna è interessata dal fenomeno dell’ipogeismo. A quest’epoca risale la necropoli ipogeica di Cuccuru s’Arriu-Cabras, caratterizzata da piccole camere sotterranee accessibili da un pozzetto verticale dove sono presenti sepolture mono e polisome. Le tombe sono chiuse e non più praticabili dopo la deposizione. Nel corso della successiva fase del Neolitico Recente, nell’ambito della cultura di Ozieri (IV millennio a.C.), si assiste a un cambiamento culturale: da sepolture individuali non più accessibili, si passa a tombe di grandi dimensioni per uso collettivo, in alcuni casi definite Tombe-santuario, con spazi adibiti allo svolgimento di riti funerari. Recenti ricerche nelle necropoli ipogeiche di Montessu-Villaperuccio, Cannas di SottoCarbonia, Anghelu Ruju-Alghero mostrano casi di tombe ipogeiche a pozzetto verticale e/o ampliate e modificate in luogo di una ben più ampia tomba collettiva. In alcune di queste è documentata la fase culturale di San Ciriaco (seconda metà del V millennio a.C.) alla quale riferire potenzialmente questa fase di transizione

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